Cesareo d’urgenza: quando è necessario e quali rischi comporta

cesareo d'urgenza

Il cesareo d’urgenza è una procedura chirurgica che può essere necessaria durante il travaglio quando la salute della madre o del bambino è a rischio. A differenza del cesareo programmato, che viene pianificato in anticipo, il cesareo d’urgenza si rende necessario per affrontare situazioni critiche che richiedono un intervento immediato.

In Italia vengono realizzati 120.000 cesarei d’urgenza ogni anno.

Cos’è il Cesareo d’Urgenza?

Un cesareo d’urgenza viene eseguito quando il parto vaginale non può procedere in sicurezza a causa di complicazioni improvvise. Il fattore chiave per il successo di questo intervento è la tempestività. Secondo le linee guida mediche, non devono trascorrere più di 30 minuti tra la decisione di intervenire e l’effettiva esecuzione dell’intervento.

In alcuni casi particolarmente gravi, anche 30 minuti possono essere troppi. Situazioni come il prolasso del cordone ombelicale o la bradicardia fetale prolungata richiedono azioni ancora più rapide per evitare danni permanenti al neonato. Sono infatti sufficienti pochi minuti di assenza di ossigeno per determinare un danno neurologico al feto.

Quando si effettua un cesareo d’urgenza?

Le circostanze che possono richiedere un cesareo d’urgenza possono includere:

  • Sofferenza fetale: Quando il battito cardiaco del bambino mostra segni di rallentamento (bradicardia).
  • Distacco della placenta: La placenta si separa dall’utero, riducendo l’afflusso di ossigeno al bambino.
  • Prolasso del cordone ombelicale: Il cordone ombelicale si posiziona davanti al bambino nel canale del parto, comprimendosi e bloccando il passaggio di ossigeno.
  • Rottura dell’utero: Una rara ma grave complicazione che può causare emorragie pericolose e privare il bambino di ossigeno.

Quanto tempo serve per un cesareo d’urgenza?

Il fattore tempo è cruciale in un cesareo d’urgenza. Le linee guida indicano che l’intervento dovrebbe essere eseguito entro 30 minuti dalla decisione. Tuttavia, in alcune situazioni critiche, come il prolasso del cordone o la rottura dell’utero, anche questo tempo può essere troppo lungo. In questi casi, l’intervento deve essere il prima possibile.

Differenze tra cesareo programmato e cesareo d’urgenza

Secondo i dati pubblicati nelle ultime Linee Guida dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) l’Italia è il Paese europeo con la più alta percentuale di tagli cesarei, attualmente circa il 38%, ed è stata in costante aumento negli ultimi anni. Si rileva, inoltre, una notevole differenza su base regionale, con percentuali più basse ed in linea con gli standard europei nelle regioni del Nord, e percentuali decisamente più alte nelle regioni del Sud, dove raggiunge addirittura il 60% in Campania.

Alla luce di questi dati, sono state elaborate e pubblicate dall’ISS (Istituto Superiore di Sanità) delle Linee Guida sul taglio cesareo che rappresentano raccomandazioni per una migliore qualità e appropriatezza della pratica chirurgica nell’assistenza alla nascita.

Parlando di cesareo si deve innanzitutto distinguere tra cesareo programmato e cesareo d’urgenza.

Un cesareo programmato viene pianificato in anticipo, solitamente quando ci sono condizioni mediche che impediscono il parto vaginale. Le indicazioni per un cesareo programmato sono:

  • placenta previa
  • macrosomia fetale
  • presentazione podalica
  • gravidanza gemellare in primipara
  • placenta previa
  • sproporzione feto-pelvica
  • sospetta macrosomia fetale
  • infezione da HIV
  • infezione primaria da HSV nel 3′ trimestre
  • pregresso TC in casi definititi (2 precedenti TC, TC precedente recente…)
  • fallita induzione
  • alcune condizioni di gravidanza patologica con situazioni quali ritardo di crescita intrauterino, prematurità, precedenti ostetrici negativi, etc, da valutare caso per caso

Il cesareo d’urgenza, invece, si rende necessario durante il travaglio a causa di complicazioni improvvise che mettono a rischio la vita della madre o del bambino.

Classificazione del cesareo d’urgenza

E’ stata proposta una classificazione del grado d’urgenza del cesareo per cercare di codificare al meglio i tempi di intervento. In particolare sono stati identificati quattro gradi d’urgenza:

  • Grado 1: è necessario un trattamento immediato essendo a rischio la vita della madre e del feto;
  • Grado 2: la situazione clinica è grave ma non vi è un pericolo immediato per la vita;
  • Grado 3: il cesareo deve essere eseguito in tempi brevi ma non sono presenti pericoli imminenti per la madre e per il feto;
  • Grado 4: l’urgenza è differibile ed il momento del cesareo deve essere stabilito in base alle esigenze della donna ed a quelle organizzative.

Più recentemente, è stata proposta una classificazione clinica (di Lucas modificata) che ha previsto l’introduzione di un codice di colore per la definizione della quattro categorie d’urgenza. Questa classificazione è stata ritenuta più efficace nel migliorare la comunicazione nel team della sala parto.

  • Codice bianco: La madre e il feto sono in buona salute, e il cesareo è una scelta non obbligata.
  • Codice verde: Condizioni cliniche della madre o del feto che richiedono un cesareo anticipato, come il fallimento dell’induzione del travaglio ed un ritardo nella progressione del travaglio. Il parto deve avvenire entro un intervallo di 30-75 minuti tra la decisione e l’intervento.
  • Codice giallo: La salute della madre o del bambino è compromessa, ma non in pericolo di vita immediato. Esempi sono rappresentati da anomalie del tracciato cardiotocografico e la presentazione podalica in travaglio attivo. L’intervento deve essere eseguito entro 30-75 minuti.
  • Codice rosso: Il rischio per la vita della madre o del bambino è imminente (distacco di placenta, bradicardia fetale prolungata, bradicardia fetale prolungata senza recupero). Il cesareo deve essere eseguito il prima possibile, entro 15 minuti.

I rischi di un cesareo d’urgenza eseguito in ritardo

Un ritardo nell’esecuzione del cesareo d’urgenza può portare a conseguenze gravi. Se non si interviene rapidamente, il bambino può subire danni cerebrali come encefalopatia ipossico-ischemica, che può causare ritardi cognitivi o motori, paralisi cerebrale o, nei casi più gravi, la morte. Le ricerche indicano che un intervento eseguito oltre i 75 minuti comporta danni permanenti per il bambino.

Per approfondire i rischi e le conseguenze legate a casi di malasanità durante il parto, puoi consultare questo articolo su risarcimento danni da parto.

Fattori che possono influenzare il ritardo nell’esecuzione del cesareo

Diversi fattori possono influenzare i tempi di intervento in un cesareo d’urgenza, tra cui:

  • Problemi organizzativi: Come la mancanza di sale operatorie disponibili o membri chiave del team assenti.
  • Errori decisionali: In alcuni casi, i medici possono tentare di prolungare il travaglio vaginale utilizzando strumenti come la ventosa, ritardando così il cesareo. Altri errori possono essere rappresentati da errori nella interpretazione del tracciato cardiotocografico e/o dei parametri ostetrici.

Un caso eclatante si è verificato a Bari, dove la mancanza di sale operatorie ha portato a un litigio tra i medici e a un ritardo critico nell’esecuzione del cesareo, causando la morte del neonato.

Responsabilità medica e risarcimento

Quando un ritardo nel cesareo d’urgenza provoca danni permanenti al bambino, i genitori hanno il diritto di richiedere un risarcimento per malasanità. Un avvocato specializzato in malasanità può aiutare a chiarire se il danno subito è stato causato da errori medici e se ci sono i presupposti per chiedere un risarcimento.

Il cesareo d’urgenza è una procedura salvavita, ma deve essere eseguito con la massima rapidità per evitare gravi complicazioni.

Conoscere le circostanze in cui è necessario, i rischi associati al ritardo e i diritti legali in caso di errori può aiutare le future mamme a sentirsi più preparate e protette.

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