Le infezioni nosocomiali, anche conosciute come infezioni correlate all’assistenza (ICA), sono infezioni che si contraggono in un ambiente sanitario, come un ospedale, una casa di cura o una struttura di lungodegenza. Queste infezioni non erano presenti o in incubazione al momento del ricovero o dell’accesso all’assistenza.

Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) ha identificato le infezioni nosocomiali come problema che rappresenta un importante pericolo per la salute pubblica.

Le infezioni nosocomiali possono essere causate da diversi agenti patogeni, tra cui:

  • Batteri: sono la causa più comune di infezioni nosocomiali. Possono causare polmoniti, infezioni del tratto urinario, infezioni del sito chirurgico e sepsi.
  • Virus: possono causare influenza, gastroenterite e epatite.
  • Funghi: possono causare infezioni della pelle, delle mucose e degli organi interni.
  • Parassiti: possono causare diarrea e altre infezioni intestinali.

Infezioni nosocomiali: i numeri del fenomeno

Secondo uno studio di prevalenza italiano su un campione di circa 15.000 pazienti, la percentuale media di infezioni correlate all’assistenza sanitaria si aggira intorno all’8%.

La prevalenza di infezioni varia a seconda desi seguenti fattori:

  • dimensioni dell’ospedale;
  • durata della degenza;
  • reparto di ricovero (Fig. 1);
  • condizioni cliniche di base del paziente;
  • necessità di cure invasive.
Fig. 1 – Prevalenza delle infezioni correlate all’assistenza nei vari reparti ospedalieri (Fonte: Studio di prevalenza italiano sulle ICA e uso antibiotici 2016-2017

Le infezioni più frequenti sono state quelle respiratorie (24%), seguite dalle infezioni urinarie (21%), del sito chirurgico (16%) e da quelle del sangue (16%).

Agenti patogeni delle infezioni nosocomiali

I microrganismi più frequentemente coinvolti nelle infezioni nosocomiali, secondo il predetto studio di prevalenza, sono rappresentati da:

  • Escherichia coli (13%)
  • Klebsiella pneumoniae (10,4%)
  • Pseudomonas aeruginosa (8,1%)
  • Staphylococcus aureus (8,9%)
  • Staphylococcus epidermidis (6,3%)

Questi microrganismi rappresentano più del 45% di tutti i patogeni isolati e spesso sono risultati multiresistenti agli antibiotici.

I fattori di rischio delle infezioni nosocomiali

I fattori di rischio per le infezioni nosocomiali includono:

  • Età avanzata: gli anziani sono più suscettibili alle infezioni perché hanno un sistema immunitario più debole.
  • Malattie croniche: le persone con malattie croniche, come il diabete o il cancro, sono più suscettibili alle infezioni.
  • Sistema immunitario compromesso: le persone con un sistema immunitario compromesso, ad esempio a causa di chemioterapia o trapianti di organi, sono più suscettibili alle infezioni.
  • Procedure invasive: le procedure invasive, come interventi chirurgici o l’inserimento di cateteri, possono aumentare il rischio di infezioni.
  • Ricovero in ospedale prolungato: un ricovero in ospedale prolungato aumenta il rischio di contrarre un’infezione nosocomiale.

Le conseguenze delle infezioni nosocomiali possono essere gravi, anche letali. Possono prolungare la durata del ricovero in ospedale, aumentare i costi delle cure e peggiorare la qualità della vita del paziente. In alcuni casi, le infezioni nosocomiali possono essere resistenti agli antibiotici, rendendole ancora più difficili da trattare.

Come prevenire le infezioni ospedaliere

Si stima che più del 50% delle infezioni contratte in ospedale potevano essere prevenute.

E’ fondamentale, pertanto, l’adozione di misure di prevenzione e controllo della trasmissione di infezioni. E’ responsabilità delle Strutture sanitarie porre in essere queste strategie di prevenzione.

La prevenzione delle infezioni nosocomiali è fondamentale per proteggere i pazienti. Le misure di prevenzione includono:

  • Igiene delle mani: lavarsi le mani frequentemente con acqua e sapone o con un gel disinfettante per le mani è uno dei modi più importanti per prevenire le infezioni.
  • Utilizzo di dispositivi di protezione individuale: i dispositivi di protezione individuale, come guanti, mascherine e camici, devono essere utilizzati correttamente per proteggere i pazienti e gli operatori sanitari dalle infezioni.
  • Pratiche di disinfezione e sterilizzazione: le attrezzature e le superfici devono essere disinfettate e sterilizzate regolarmente per prevenire la diffusione di agenti patogeni.
  • Uso appropriato degli antibiotici: gli antibiotici devono essere utilizzati solo quando sono necessari e nella giusta dose.
  • Educazione dei pazienti: i pazienti devono essere educati sull’importanza dell’igiene delle mani e su come prevenire le infezioni.

Quando si ha diritto ad un risarcimento per infezione nosocomiale

Dopo aver rapidamente descritto il fenomeno e ricordato i rischi per il paziente, vediamo quando si ha diritto ha richiedere un risarcimento per le conseguenze di una infezione correlata all’assistenza.

La risposta sembrerebbe semplice: tutte le volte che l’infezione contratta dal paziente poteva essere prevenuta.

Dovrà essere dimostrato che il danno subito dal paziente è causalmente riconducibile ad una infezione prevenibile. L’onere probatorio del paziente è tuttavia più agevole rispetto a quello della Struttura ospedaliera.

Il paziente, infatti, dovrà “semplicemente” dimostrare che ha contratto l’infezione durante il ricovero e che da questa infezione è derivato causalmente un danno. Potrà “limitarsi” ad allegare l’inadempimento della Struttura ossia ad ascrivere l’infezione ad una mancata o incongrua adozione da parte dell’ospedale e dei sanitari delle corrette misure di prevenzione delle infezioni.

L’onere probatorio dell’Ospedale, indubbiamente più complesso, sarà, invece, quello di dimostrare di avere fatto tutto il possibile per cercare di evitare l’infezione.

Come fa la Struttura ospedaliera ad andare esente da responsabilità?

Come detto, la Struttura ospedaliera dovrà dimostrare di avere adottato tutte le corrette e necessarie misure di prevenzione delle infezioni nosocomiali. Solo in questo caso, l’infezione contratta dal paziente potrà rientrare tra quello non prevenibili ed il danno patito non sarà risarcibile.

La Corte di Cassazione, con una sentenza del 2023 (n. 6386 del 3 marzo 2023), si sofferma sul tema delle infezioni nosocomiali, inizialmente ribadendo che la Struttura ospedaliera dovrà provare:

  1. di avere adottato tutte le cautele prescritte dalle vigenti normative e dalle leges artis, al fine di prevenire l’insorgenza di patologie infettive;
  2. di aver applicato i protocolli di prevenzione delle infezioni nel caso specifico”.

La Suprema Corte, tuttavia, aggiunge un elenco di cose che la Struttura ospedaliera dovrà provare per non essere ritenuta responsabile. Gli oneri probatori gravanti sulla Struttura sanitaria, utili a dimostrare che le misure di prevenzione delle infezioni sono state rispettare, sono:

  1. L’indicazione dei protocolli relativi alla disinfezione, disinfestazione e sterilizzazione di ambienti e materiali;
  2. L’indicazione delle modalità di raccolta, lavaggio e disinfezione della biancheria;
  3. L’indicazione delle forme di smaltimento dei rifiuti solidi e dei liquami;
  4. Le caratteristiche della mensa e delle strumenti di distribuzione di cibi e bevande;
  5. Le modalità di preparazione, conservazione ed uso dei disinfettanti;
  6. La qualità dell’aria e degli impianti di condizionamento;
  7. L’attivazione di un sistema di sorveglianza e di notifica;
  8. L’indicazione dei criteri di controllo e di limitazione dell’accesso ai visitatori;
  9. Le procedure di controllo degli infortuni e delle malattie del personale e le profilassi vaccinali;
  10. L’indicazione del rapporto numerico tra personale e degenti;
  11. La sorveglianza basata sui dati microbiologici di laboratorio;
  12. La redazione di un report da parte delle direzioni dei reparti da comunicare alle direzioni sanitarie al fine di monitorare i germi patogeni-sentinella;
  13. L’indicazione dell’orario della effettiva esecuzione delle attività di prevenzione del rischio.

Le infezioni nosocomiali: a chi rivolgersi

Se ritieni di aver riportato un danno per la contrazione di un’infezione ospedaliera e vuoi capire se hai diritto a richiedere un risarcimento del danno da malasanità, è importante rivolgersi a professionisti esperti per far valutare il tuo caso.

Come hai visto, i passaggi da verificare sono molti e complessi e solo persone che operano abitualmente in questo settore sapranno aiutarti a verificare se  nel tuo caso ci sono concreti presupposti per attivare una richiesta di risarcimento del danno.

E’ fondamentale fare una valutazione preliminare di procedibilità e che questa valutazione sia eseguita da legali e medici legali esperti in responsabilità sanitaria. Solo in questo modo potrai evitare di percorrere  azioni risarcitorie inutili e costose, non solo dal punto di vista economico.

A tale scopo l’Associazione Iride ha attivato un servizio dedicato di assistenza gratuita per possibili casi di malasanità.

Se ritieni di essere stato vittima di infezione nosocomiale, pertanto, potrai rivolgerti alla nostra Associazione che, gratuitamente, grazie alle convenzioni attivate con professionisti specializzati in malasanità, senza impegno, ti farà avere una valutazione di procedibilità del tuo caso.

Puoi contattare la nostra Associazione inviando una email a info@irideassociazione.org oppure compilando il form che trovi sul nostro sito.

In questo modo riceverai tutte le istruzioni per attivare

Ecco alcune risorse utili:

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