Quanti sono gli errori medici ogni anno? Quanti casi di decesso sono dovuti a responsabilità sanitaria? Quali sono gli errori medici più comuni e quando si configura una responsabilità sanitaria che da diritto ad un risarcimento?
In questo articolo, partendo da dati statistici e dalla definizione di errore medico, risponderemo a queste ed altre domande.
Verranno fornite informazioni semplici e chiare sull’argomento con lo scopo di aiutare i pazienti danneggiati da responsabilità dei medici o della Struttura sanitaria ad orientare le proprie scelte ed a comprendere quando hanno diritto a richiedere un risarcimento.
Contenuti
I numeri della responsabilità sanitaria e degli errori medici
Devi sapere che non esiste una quantificazione precisa del numero di errori medici e dei decessi per malasanità. Una indicazione della dimensione del problema è comunque fornita da vari studi.
Una prima stima dei numeri della malasanità deriva da un rapporto dell’Institute of Medicine statunitense, oggi divenuto la National Academy of Medicine, risalente al 1999.
Questo rapporto, dal titolo “To err is human”, rimane ancora oggi la prima e più importante valutazione del problema della responsabilità medica. L’Institute of Medicine evidenziò che gli errori medici erano legati anche ad aspetti organizzativi del sistema sanitario e non solo al negligente, imprudente e/o imperito comportamento dei medici.
Quante persone muoiono ogni anno per errori medici?
Secondo l’Institute of Medicine, tra i 44.000 e i 98.000 pazienti muoiono ogni anno a causa di errori medici.
Uno studio successivo, pubblicato nel 2016 sul British Medical Journal, riporta che la terza causa di morte negli Stati Uniti sarebbe rappresentata dagli errori medici e dalla responsabilità sanitaria. Gli autori calcolano che più di 250.000 decessi all’anno sono dovuti ad errori medici negli Stati Uniti.
La Commissione Tecnica sul Rischio Clinico istituita dal Ministero della Salute nel 2003 ha prodotto un documento (2004) dal titolo “Risk management in Sanità. Il problema degli errori“. In questo documento si analizza il problema e si forniscono una serie di riflessioni e raccomandazioni utili agli operatori che lavorano in ambiente sanitario. Sono inoltre riportati i risultati dei principali studi sugli errori medici, riassunti nella seguente tabella:
I numeri degli errori medici e della responsabilità sanitaria in Italia
In occasione di un convegno del 2006 promosso dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), il numero di morti per errori medici o per un difetto di organizzazione delle strutture sanitarie, sarebbe di 30.000-35.000 l’anno, pari al 5,5% del totale dei decessi.
Secondo l’Associazione Anestesisti Rianimatori Ospedalieri Italiani (AAROI), questo numero sarebbe di 14.000 l’anno, mentre secondo Assinform addirittura 50.000.
I reparti ospedalieri più a rischio sono:
- sala operatoria (32%)
- reparto di degenza (28%)
- dipartimento di urgenza (22%)
- ambulatorio (18%)
- altro (0-2%).
Quali sono le specialità mediche dove si commettono più errori?
- Ortopedia e traumatologia (16,5%)
- Oncologia (13%)
- Ostetricia e ginecologia (10,8%)
- Chirurgia generale (10,6%)
Quali sono gli errori medici più frequenti?
Cosa si intende per errore medico?
Diverse sono state le definizioni date di errore medico. In generale, un errore medico è un evento indesiderato che si verifica durante il processo di assistenza sanitaria e che causa un danno al paziente. Gli errori medici possono essere causati da una serie di fattori, tra cui errori umani, errori di sistema e eventi imprevisti.
L’errore medico è un atto omissivo o commissivo nella pianificazione o nella esecuzione che contribuisce o potrebbe contribuire ad un risultato non previsto. Spesso, sbagliando, si parla di eventi avversi riferendoci agli errori medici. Gli eventi avversi legati agli errori, infatti, sono solo quelli che potevano essere prevenuti.
Gli errori di commissione sono errori dovuti all’esecuzione di atti medici o assistenziali non dovuti o praticati in modo scorretto.
Gli errori di omissione, invece, sono errori dovuti alla mancata esecuzione di atti medici ed assistenziali, ritenuti, in base alle conoscenze e all’esperienza professionale, necessari per la cura del paziente.
Quali sono i fattori favorenti gli errori medici e la responsabilità sanitaria?
I fattori che contribuiscono agli errori medici includono:
- Errori umani: gli errori umani sono la causa più comune di errori medici. Questi errori possono essere causati da fattori come la stanchezza, lo stress, la mancanza di attenzione o la mancanza di esperienza.
- Errori di sistema: gli errori di sistema sono errori che si verificano a causa di problemi di tipo organizzativo. Questi errori possono essere causati da fattori come la mancanza di risorse, la mancanza di comunicazione o la mancanza di coordinamento.
- Eventi imprevisti: gli eventi imprevisti sono eventi che si verificano al di fuori del controllo dei professionisti sanitari. Questi eventi possono essere causati da fattori come le complicazioni mediche, le reazioni avverse ai farmaci o gli incidenti.
Alcune categorie di errori medici
Gli errori medici riguardano più frequentemente:
- errori nell’uso dei farmaci (errori di prescrizione, errori di preparazione, errori di trascrizione, errori di distribuzione, errori di somministrazione ed errori di monitoraggio);
- errori chirurgici (abbandono di corpi estranei nel sito chirurgico, intervento eseguito su parte o lato del corpo sbagliata, esecuzione chirurgica impropria, intervento non necessario e gestione non corretta del paziente chirurgico);
- errori nell’uso di apparecchiature (malfunzionamento dovuto a problemi di fabbricazione, malfunzionamento dovuto a errori di manutenzione, di impostazione e di utilizzo, utilizzo dell’apparecchiatura in condizioni non appropriate, istruzioni inadeguate, pulizia non corretta ed utilizzo oltre i limiti di durata previsti);
- errori in esami o procedure diagnostiche (procedure diagnostiche non eseguite, procedure diagnostiche eseguite in modo inadeguato o scorretto, procedure diagnostiche eseguite su pazienti sbagliati e procedure non appropriate);
- errori nella tempistica (ritardo nel trattamento farmacologico, ritardo nell’esecuzione del trattamento chirurgico, ritardo nella diagnosi e altri ritardi organizzativi/gestionali/logistici).
La prevenzione degli errori medici
Un passaggio essenziale per migliorare la sicurezza delle cure è rappresentato dalla prevenzione degli errori medici. Gli errori medici e la responsabilità sanitaria, infatti, possono derivare da fattori modificabili. L’obiettivo di prevenzione degli errori medici può essere conseguito mediante diverse strategie di gestione del rischio clinico che, tra l’atro, prevedono:
- la valutazione dei rischi: le strutture sanitarie dovrebbero condurre regolarmente valutazioni dei rischi per identificare i potenziali fattori di rischio di errori e adottare sistemi di correzione.
- la formazione e aggiornamento del personale sanitario: il personale sanitario deve essere costantemente formato e aggiornato sulle migliori pratiche mediche.
- Implementazione di procedure e linee guida: la creazione di procedure codificate (check list) e di linee guida possono aiutare il personale sanitario nella scelta del comportamento più corretto e ridurre l’incidenza di errore.
- Tecnologie e strumenti di sicurezza: l’utilizzo della tecnologia e strumenti di sicurezza aiuta a prevenire gli errori medici (riconciliazione farmacologica, inserimento computerizzato degli ordini medici, sistemi di supporto alle decisioni cliniche, identificazione tramite codice a barre dei pazienti e dei farmaci somministrati).
- Migliorare la comunicazione: l’utilizzo di strumenti standardizzati di comunicazione all’interno del team di cura ed al momento del trasferimento del paziente, aumenta la sicurezza delle cure, riducendo il rischio di errori. Allo stesso tempo è importante migliorare la comunicazione con il paziente e con i suoi famigliari.
- Ridurre il burnout del personale sanitario: il burnout è un problema di sisitema. Limitare il carico di lavoro e gli orari di servizio del personale sanitario può portare ad una riduzione degli errori.
- Cultura della sicurezza: creare una cultura della sicurezza in cui gli errori vengono segnalati e gestiti in modo costruttivo.
Responsabilità medica e risarcimento del danno
Con il termine di responsabilità medica o sanitaria ci si riferisce alla responsabilità degli operatori sanitari e/o della Struttura sanitaria che si configura quando un paziente riporta un danno a causa di errori, omissioni o violazione di una norma. Deve pertanto essere identificabile un nesso di causa tra la condotta erronea del medico ed il danno riportato dal paziente.
La colpa del personale sanitario sussiste se la condotta del medico è negligente, imprudente o imperita (colpa generica) o viola norme che il medico era tenuto ad osservare (colpa specifica).
Per negligenza medica si intende un comportamento superficiale e disattento (il medico non fa quello che avrebbe dovuto fare). L’imprudenza è invece riferita ad un comportamento avventato e temerario (il medico fa una prestazione al di sopra delle proprie conoscenze e competenze esponendo a rischi inutili il paziente). L’imperizia, infine, corrisponde ad un errore per scarsa preparazione del medico e insufficienti conoscenze.
La responsabilità medica può essere di natura civile, penale o amministrativa. Quando si parla di risarcimento del danno ci riferiamo all’ambito civile.
Il paziente, pertanto, avrà diritto a richiedere un risarcimento se il danno riportato a seguito di un trattamento sanitario è causalmente riconducibile ad un errore o ad una omissione del medico.
Se l’evento avverso, seppure prevedibile (ossia era una possibile complicanza del trattamento) non era prevenibile da parte del sanitario, il danno riportato dal paziente non sarà risarcibile e l’evento avverso rappresenterà una complicanza.
Se l’evento avverso, invece, poteva essere evitato da parte del medico, il paziente avrà diritto a richiedere un risarcimento del danno subito.
L’accertamento del nesso di causa, in ambito civilistico, segue il principio della preponderanza dell’evidenza ossia del “più probabile che non“. Per ritenere soddisfatto il nesso di causa è sufficiente dimostrare che il danno si è verificato per effetto del comportamento erroneo del medico con probabilità maggiore rispetto all’ipotesi contraria.
La legge Gelli sulla responsabilità sanitaria e gli errori medici
Come visto nell’articolo dedicato al risarcimento per malasanità, la legge Gelli (Legge n. 24 dell’08.03.2017, entrata in vigore in data 01.04.2017, aveva lo scopo di riformare il sistema della responsabilità medica, garantendo, da un lato, la sicurezza della cure e, dall’altro, la sostenibilità del sistema.
E’ stato chiarito definitivamente che la responsabilità della Struttura sanitaria è una responsabilità di tipo contrattuale (ex. artt. 1218 e 1228 c.c.), mentre quella del medico dipendente è una responsabilità extracontrattuale (ex art. 2043 c.c.) con i conseguenti riflessi in termini di prescrizione e di onere della prova.
Nella responsabilità di tipo contrattuale, infatti, il diritto a richiedere un risarcimento del danno decade dopo 10 anni (5 anni per la responsabilità contrattuale) e l’onere di avere correttamente operato ricade sul medico e sulla Struttura. Il paziente dovrà “solo” dimostrare il “contratto” con il medico e/o la Struttura e di avere riportato un danno, allegando l’inadempimento del sanitario. Sarà la Struttura a dover dimostrare di avere correttamente operato.
L’obbligo di tentare la conciliazione (art. 8) come condizione di procedibilità
La legge Gelli, tra le varie novità, ha stabilito l’obbligo di tentare una conciliazione prima di fare causa al medico e/o alla Struttura sanitaria. Questo tentativo di conciliazione obbligatorio può essere fatto richiedendo al Giudice competente una consulenza tecnica preventiva ai fini della composizione della lite (ai sensi dell’art. 696 bic c.p.c.) oppure, alternativamente, attivando un procedimento di mediazione.
L’esecuzione di un tentativo obbligatorio di conciliazione costituisce condizione di procedibilità della domanda del danneggiato. Solo successivamente, potrà essere promossa una causa civile.
L’obiettivo del tentativo obbligatorio di conciliazione nella responsabilità sanitaria è quello di favorire una soluzione consensuale della controversia, evitando il ricorso al giudice. In particolare, la conciliazione può consentire di raggiungere un accordo sulla quantificazione del danno dovuto ad errori medici, evitando il lungo e complesso iter processuale.
Il tentativo obbligatorio di conciliazione nella responsabilità medica presenta alcuni vantaggi, tra cui:
- Riduzione dei tempi e dei costi del processo: la conciliazione consente di risolvere la controversia in tempi più brevi e con costi inferiori rispetto al ricorso al giudice.
- Maggiore soddisfazione delle parti: la conciliazione consente alle parti di trovare una soluzione che sia vantaggiosa per entrambe.
- Migliore qualità della giustizia: la conciliazione consente al giudice di concentrarsi sui casi più complessi e di evitare di occuparsi di controversie che potrebbero essere risolte in modo più rapido e conveniente.
Il tentativo obbligatorio di conciliazione per i danni da errori medici e/o responsabilità della Struttura sanitaria è uno strumento importante che può contribuire a migliorare la giustizia e a tutelare i diritti dei pazienti.
Il medico e la Struttura sanitaria hanno l’obbligo di essere assicurati?
La risposta a questa domanda è affermativa. Sempre la legge Gelli, infatti, all’art. 10, ha stabilito che le Strutture sanitarie pubbliche e private hanno l’obbligo di essere assicurate, anche per l’attività svolta dal personale sanitario dipendente, da quello che opera in regime di libera professione intramoenia o in convenzione. Il personale sanitario dovrà inoltre stipulare una polizza di assicurazione che lo copra in caso di colpa grave.
L’obiettivo dell’obbligo assicurativo è quello di tutelare i pazienti da eventuali danni causati da negligenza, imperizia o imprudenza del medico.
Quali sono i vantaggi dell’obbligo di assicurazione?
L’obbligo assicurativo presenta alcuni vantaggi, tra cui:
- Tutela dei pazienti: la polizza assicurativa garantisce ai pazienti il risarcimento dei danni causati da negligenza, imperizia o imprudenza del medico.
- Tutela dei medici: la polizza assicurativa consente ai medici di tutelarsi dalle richieste di risarcimento dei danni da parte dei pazienti.
- Migliore qualità dell’assistenza sanitaria: l’obbligo assicurativo può contribuire a migliorare la qualità dell’assistenza sanitaria, in quanto i medici sono più propensi a prestare assistenza in modo diligente e prudente, al fine di evitare richieste di risarcimento dei danni.
La gestione diretta del contenzioso sanitario: finalità e possibili vantaggi per il paziente danneggiato
Le Strutture sanitarie, secondo l’art. 10 della legge Gelli, in alternativa alla copertura assicurativa, potranno dotarsi di “altre analoghe misure” per la responsabilità civile.
In effetti, molte Aziende Ospedaliere in varie regioni italiane hanno scelto questa seconda strada. Hanno deciso di non assicurarsi e di gestire direttamente il contenzioso sanitario. Questa scelta, ad esempio, è stata fatta dalle Aziende sanitarie della Regione Toscana che dal 2010 non risultano più assicurate per la responsabilità civile.
La gestione diretta del contenzioso sanitario è una procedura che consente alle strutture sanitarie di gestire in proprio le controversie legali derivanti da errori medici e responsabilità sanitaria. In questo modo, le strutture sanitarie possono evitare di rivolgersi a compagnie assicurative, che in genere applicano un premio assicurativo che può essere elevato.
I vantaggi della gestione diretta del contenzioso sanitario, in teoria, sono molteplici, tra cui:
- Riduzione dei costi: la gestione diretta del contenzioso sanitario consente alle strutture sanitarie di risparmiare sui costi dell’assicurazione.
- Maggiore controllo: la gestione diretta del contenzioso sanitario consente alle strutture sanitarie di avere un maggiore controllo sulle controversie legali.
- Migliore gestione del rischio: la gestione diretta del contenzioso sanitario consente alle strutture sanitarie di migliorare la gestione del rischio sanitario.
Esistono dei vantaggi anche per il paziente?
Anche il paziente potrebbe avere dei vantaggi da una gestione diretta delle controversie da parte dell’Azienda Ospedaliera dove è stato commesso l’errore medico. Tra i vantaggi teorici per il paziente vi potrebbero/dovrebbero essere:
- Maggiore trasparenza: i pazienti hanno maggiori informazioni sulla procedura e sulle possibilità di ottenere un risarcimento del danno.
- Maggiore rapidità: la gestione diretta del contenzioso sanitario può consentire di risolvere la controversia in tempi più brevi.
- Maggiore soddisfazione: i pazienti possono essere più soddisfatti della soluzione raggiunta.
In realtà, spesso, questi teorici vantaggi non vengono percepiti dai pazienti danneggiati che, ad esempio, non sempre trovano rapido riscontro alla propria richiesta di risarcimento. Il possibile ritardo di risposta, anche negativa, da parte della Struttura, obbliga conseguentemente il paziente a rivolgersi al giudice.
Altro possibile ostacolo nelle procedure di gestione diretta del contenzioso attiene l’erogazione dei risarcimenti medici da parte delle Aziende Ospedaliere. In alcuni casi, tale possibile ostacolo è stato correlato alla cosiddetta “paura della firma” da parte dei dirigenti e tecnici che devono avvallare il risarcimento.
Questo fenomeno, secondo alcuni, sarebbe alimentato dal timore di essere chiamati dalla Corte dei Conti a spiegare e giustificare la decisione di erogare il risarcimento al paziente. La Corte dei Conti ha infatti l’onere di vigilare sugli aspetti amministrativo-contabili, potendo contestare un danno erariale ai dirigenti che hanno erroneamente autorizzato il pagamento del risarcimento del danno.
Cosa fare se un medico sbaglia la diagnosi?
Quando un paziente ritiene di avere riportato un danno a causa di errori medici o di problemi organizzativi della Struttura sanitaria, per capire se abbia o meno diritto a richiedere un risarcimento del danno per malasanità deve rivolgersi ad avvocati e medici legali esperti nella responsabilità sanitaria.
E’ infatti necessario procedere ad una consulenza preliminare di procedibilità per verificare se vi siano effettivamente i presupposti per richiedere il risarcimento del danno subito.
La consulenza preliminare di procedibilità
Cosa devo procurarmi per valutare un caso di responsabilità medica?
La prima cosa che deve essere recuperata è una copia di tutta la documentazione sanitaria riguardante la vicenda clinica che si vuole fare esaminare al medico legale. Se la vicenda clinica ha riguardato dei ricoveri ospedalieri, dovrà essere richiesta una copia conforme agli originali delle cartelle cliniche.
Se il presunto errore riguarda una diagnosi sbagliata o un errore di interpretazione di esami strumentali, oltre alla copia della cartella clinica, dovrà essere acquisita una copia anche degli esami diagnostici eseguiti durante il ricovero (ad esempio, Rx, TAC, RMN, ecc.). Nella fase di valutazione di procedibilità, infatti, potrà rendersi necessario sottoporre a rilettura i suddetti accertamenti radiografici.
Dovranno essere forniti ai professionisti specializzati in responsabilità sanitaria anche un promemoria sulla vicenda clinica ed un elenco di eventuali testimoni.
A chi rivolgersi?
La scelta delle persone giuste a cui rivolgersi è un altro momento fondamentale del percorso che deve intraprendere il paziente danneggiato (o i suoi familiari in caso di decesso) per tutelare i propri diritti e per capire se effettivamente ha diritto a richiedere un risarcimento del danno per malasanità.
Pare scontato, ma le persone giuste a cui affidarsi sono professionisti specializzati in errori medici e responsabilità sanitaria. Non basterà rivolgersi ad un avvocato. Dovrà essere scelto un avvocato esperto nella malasanità. E’ pertanto necessario verificare le competenze del professionista per fare la scelta giusta, scelta dalla quale potrebbe dipendere anche il risultato della richiesta di risarcimento.
Il caso dovrà essere quindi studiato da un medico legale, anch’esso esperto in responsabilità sanitaria, il quale, a seconda delle diverse peculiarità della vicenda clinica, sceglierà lo specialista o gli specialisti di branca più idonei ad affiancarlo.
Una corretta ed approfondita valutazione preliminare di procedibilità, infatti, richiede un confronto tra il medico legale e lo specialista di branca (ad esempio un chirurgo, un ginecologo, un ortopedico, un infettivologo, ecc.).
La consulenza preliminare si concluderà con un confronto multidisciplinare tra medici ed avvocato per definire la procedibilità del caso ossia l’esistenza di presupposti concreti per supportare una richiesta di risarcimento del danno.
La procedura per richiedere un risarcimento del danno per errori medici
Una volta verificata la procedibilità della posizione, la procedura per ottenere un risarcimento del danno per errori responsabilità sanitaria prevede i seguenti passaggi:
- La richiesta di risarcimento
- Il tentativo obbligatorio di conciliazione
- La causa civile
Se vuoi sapere chi può presentare una richiesta di risarcimento per errori medici leggi questo articolo.
La richiesta di risarcimento per responsabilità sanitaria
La richiesta di risarcimento per errori medici consiste nella messa in mora della Struttura e/o del medico che si ritengono responsabili del danno. E’ un atto formale con il quale l’avvocato, per conto del paziente, dopo avere descritto i fatti e gli errori medici, richiede il risarcimento dei danni, rimanendo in attesa di un riscontro entro un determinato termine. La lettera di messa in mora ha effetto anche nell’interruzione dei termini di prescrizione.
Se presente, può essere indirizzata anche alla Compagnia di assicurazione del medico e/o della Struttura sanitaria.
Il tentativo obbligatorio di conciliazione per errori medici e responsabilità sanitaria
Come abbiamo visto in precedenza, nei casi di errori medici e respponsabilità sanitaria, prima della causa civile, la legge prevede che si tenti di risolvere la controversia mediante una consulenza tecnica preventiva oppure mediante un procedimento di mediazione. Questo è un passaggio obbligatorio.
L’avvocato, pertanto, a seconda dei casi, presenterà un ricorso per accertamento tecnico preventivo ai sensi dell’art. 696 bis c.p.c., ipotesi che ricorre con maggior frequenza, oppure una richiesta di mediazione.
Nell’ambito del ricorso ex art. 696 bis c.p.c., come stabilito dall’art. 15 della legge Gelli, il giudice nominerà un Collegio di periti, costituito da uno specialista in medicina legale e “da uno o più specialisti nella disciplina che abbiano specifica e pratica conoscenza di quanto oggetto del procedimento“.
Il giudice incarica i consulenti tecnici nominati di provvedere, prima del deposito della relazione, ad un concreto e reiterato tentativo di conciliazione. Se le Parti raggiungono un accordo, il consulente tecnico nominato dal giudice redigerà un verbale di conciliazione che sarà depositato nella cancelleria del tribunale ed avrà valore di sentenza.
La consulenza tecnica preventiva finalizzata alla conciliazione della lite ha molti vantaggi, tra cui:
- permette di ottenere un parere tecnico imparziale sulla vicenda
- favorisce la conciliazione della lite
- riduce i tempi ed i costi del processo
- aumenta l’efficienza del sistema giudiziario riducendo il numero di cause civili
La causa civile
In caso di fallimento del tentativo obbligatorio di conciliazione, l’avvocato sarà costretto a promuovere una causa civile ordinaria richiedendo al giudice di accertare gli errori medici e la responsabilità sanitaria.
La legge Gelli, all’art. 8, prevedeva che il giudizio di merito venisse introdotto nelle forme indicate dall’art. 702 bis c.p.c.. Dopo la riforma Cartabia, l’art. 8 della legge Gelli è stato modificato nei seguenti termini: “Ove la conciliazione non riesca o il procedimento non si concluda entro il termine perentorio di sei mesi dal deposito del ricorso, la domanda diviene procedibile e gli effetti della domanda sono salvi se, entro novanta giorni dal deposito della relazione o dalla scadenza del termine perentorio, è depositato, presso il giudice che ha trattato il procedimento di cui al comma 1, il ricorso di cui all’articolo 281-undecies del codice di procedura civile. In tal caso, il giudice fissa l’udienza di comparizione delle parti e procede con le forme del rito semplificato di cognizione a norma degli articoli 281-decies e seguenti del codice di procedura civile”.
E’ stato pertanto sostituito il riferimento al procedimento sommario di cognizione (art. 702 bis c.p.c.) con il rito semplificato di cui agli artt. 281-decies c.p.c. e seguenti.
Il procedimento semplificato del 281-decies non è più un procedimento “a cognizione sommaria”, utilizzato per le questioni che non richiedono una fase istruttoria complessa, ma diviene, di fatto, un giudizio a cognizione piena alternativo al giudizio ordinario.
Richiedi una valutazione di procedibilità gratuita
Se ritieni di avere subito un danno per responsabilità medica, per un errore di diagnosi, per un errore di terapia, per una infezione ospedaliera o per qualsiasi altro passaggio critico dell’assistenza sanitaria ricevuta, potrai rivolgerti alla nostra Associazione per ottenere una consulenza gratuita di procedibilità.
La Associazione Iride, infatti, ha attivato convenzioni con vari studi legali e medico legali specializzati in responsabilità sanitaria e nella valutazione degli errori medici.
Grazie a queste convenzioni, tramite il servizio di assistenza malasanità della nostra Associazione, potrai richiedere una valutazione preliminare gratuita del tuo caso per capire se vi siano i presupposti tecnici e legali per una richiesta di risarcimento per danni medici.
Non affidarti a chi capita, ma scegli chi ha a cuore i diritti dei pazienti.