I recenti casi di morti per parto, stante la loro drammaticità e insolita concentrazione nel tempo, hanno riacceso l’attenzione dei media sulla malasanità. Questo almeno il messaggio che la maggioranza degli organi di informazione hanno fatto passare e che, come spesso avvenuto anche in passato, ha già pesantemente indirizzato l’opinione pubblica verso una “sentenza di condanna” dell’operato dei medici.
Come più volte sottolineato, anche su questo blog, dalla Associazione Iride che ha, come obiettivo primario, quello di promuovere la buona sanità, in tutti i casi di presunta malasanità si rende necessaria una attenta verifica della vicenda clinica mediante approfondito esame della documentazione sanitaria da parte di professionisti esperti (medici legali, specialisti delle varie branche della medicina e avvocati) nel risarcimento del danno medico. Solo al termine di questa indagine sarà possibile confermare l’esistenza di errori medici e/o di criticità organizzative della Struttura Ospedaliera alle quali causalmente ricondurre l’evento avverso ovvero, con riferimento ai recenti casi di cronaca, le morti materne al parto. Solo in questo caso si potrà parlare di malasanità.
Sempre nell’ottica della promozione della buona Sanità, l’Associazione Iride ha ritenuto opportuno programmare una serie di articoli di approfondimento sul tema dell’assistenza in gravidanza e che ci auspichiamo possano essere fonte di utili informazioni per il cittadino su quella che dovrebbe essere una corretta gestione della gravidanza e del parto.
Come noto, la gravità dei recenti eventi, ha indotto il Ministero della Salute ad istituire una task force al fine di verificare eventuali criticità nel percorso assistenziale offerto alle gestanti. Quattro i casi all’esame degli esperti del Ministero, riguardanti, rispettivamente, il decesso della signora Angela Nesta e della bambina Elisa, avvenuti presso l’Ospedale S. Anna di Torino e che sembrerebbero non legati a malasanità ma ad una complicanza, il decesso della signora Giovanna Lazzari, occorso all’ottavo mese di gravidanza presso gli Spedali Civili di Brescia, il decesso della signora Marta Lazzarin, avvenuto al settimo mese di gestazione presso l’Ospedale San Bassano di Bassano del Grappa e, infine, quello della signora Anna Massignan, avvenuto presso l’Ospedale G. Fracastoro di San Bonifacio, Azienda ULSS 20 di Verona.
Mentre nel primo caso, per quanto appreso e relazionato dalla task force del Ministero, sembrerebbero potersi escludere responsabilità, nel percorso assistenziale offerto alla signora Lazzari emergerebbero criticità organizzative e cliniche. Nel caso della signora Lazzarin, la gestione dell’emergenza non sarebbe stata adeguata su un piano comunicativo e la gestione del dolore non corretta. L’esame della vicenda della signora Massignan avrebbe indotto la task force a sottolineare la necessità di predisporre e diffondere, dal punto di vista organizzativo, procedure di definizione del percorso assistenziale e delle responsabilità ad esso connesse e, dal punto di vista clinico, procedure di valutazione delle condizioni di rischio della gravidanza ed al momento del ricovero. Per ulteriori informazioni sulla relazione della task force ministeriale clicca qui.
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